domenica 24 maggio 2009

Vicine di case Vicine di vita Bologna 22 Maggio 2009 - Report convegno

Sintesi per chi ha poco tempo. (di Roberta)


Persone presenti: la comunità di donne di Bologna che si occupa di pari opportunità, di femminismo, di problemi di “genere” , la comunità delle donne lesbiche di Bologna, che trova nell’Associazione Orlando un importante punto di riferimento culturale e politico, donne della CGIL, architetti e professionisti della bioedilizia e della programmazione partecipata. Io non ho contatto o visto nessun gruppo italiano come il nostro, UNICHE PRESENTI, penso.

Abbiamo contattato i responsabilidell’ufficio Politiche delle differenze, a cui abbiamo lasciato il nostro indirizzo e che ci contatteranno, perché interessate a seguire questo tema e che ci hanno offerto di pubblicare sul loro sito i nostri comunicati.

rossella.marchesini@comune.bologna.it; renato.busarello@comune.bologna.it

Commento sintetico dei vari interventi il “fenomeno cohousing” è molto interessante per il ruolo che può giocare ..in questi tempi difficili, sul piano dell’aggregazione sociale, della cittadinanza attiva, della risoluzione di problemi realtivi alla qualità della vita, che sia più equa, sostenibile, solidale. Questo giudizio viene applicato sia per il cohousing sociale, che per il cohousing abitativo. Il cohousing sociale, con la formula delle cooperative sociali è stato indicato come un metodo attualmente utlie per ottenere sostegno e contributi laddove le famiglie non hanno risorse economiche sufficienti; perché : la legislazione non è ancora adeguata per sostenere il cohousing. MA anche le persone non sono ancora pronte ad avere il “coraggio” di affrontare questo nuovo modello. Comunque le aspettative e il movimento attorno al fenomeno sono elevati e in crescita. Non ho partecipato al dibattito, Alida ci racconterà come è andata.


GLI INTERVENTI


-Presentano l’iniziativa le Consigliere di Parità della Provincia di Bologna, Barbara Busi e e della Regione E. Romagna, Rosa Maria Amorevole.

Il convegno nasce dall’incontro tra le consigliere e l’Associazione Amaca, un’associazione di circa 200 donne madri che hanno fatto rete per affrontare, tra le altre, la difficoltà di “conciliare” le esigenze della cura dei figli, con le esigenze del mondo del lavoro, sostanzialmente indifferente ai loro problemi..

Questo della “conciliazione” tra lavoro e famiglia è uno dei temi specifici di cui si occupano le Consiglere, che riferiscono alcuni dati, per es. nella Provincia di Bologna 2 donne ogni giorno riununciano al loro lavoro perché non riescono a conciliare la mole di impegni derivanti, visto anche la tendenza alla privatizzazione del sociale, con il relativo aumento dei costi.

Per cui le Consigliere di Parità hanno messo nella loro agenda politica il tema del cohousing, per incentivarlo e per verificarne l’impatto sul tema “conciliazione”, ovvero vedere se il cohousing, in particolare quello animato da spirito di reciproco aiuto, offre un sostegno all’occupazione femminile o comunque aumenta la loro possibilità di scelta.


--Silvia Vicchi, presidente di Amaca, racconta la nascita dell’Associazione nel 2004, dopo che lei, madre di due figli e giornalista , ha dovuto riununciare al suo impiego nella redazone di un quotidiano, in seguito alla separazione. La rete di donne nelle sue stesse condizioni è cresciuta rapidamente, alcune donne hannofatto “famiglia”, sono andate a vivere vicine, altre hanno attivato una banca del tempo, ....hanno un sito che riceve richieste da circa 800 donne all’anno, cercano e sviluppano progetti, per sostenere in particolare le donne con condizioni sociali più gravose, per le quali lanciano un appello : una richiesta di risorse, non tanto economiche, quanto umane, per una solidarietà e condivisione di conoscenze e capacità di donne per altre donne.


--Nadia Simonato, lavora per la Cohousing Ventures, un’azienda di mercato che vende varie tipologie di cohousing, tra cui quella vicino a Livorno, Coholonia, e quella di Milano Bovisa, l’unica di cui è stato detto che andrà in porto a breve. Prevedono per le persone che hanno sottoscritto la partecipazione ad un loro progetto, un trainig preventivo per facilitare la condivisione degli spazi comuni.


--Claudia Fortunato ha illustrato l’aspetto relativo alla cohousing, della legge 133/2008 “piano casa” . Gli Enti Pubblici dovrebbero individuare A) spazi o edifici pubblici da destinare al Piano casa. B) fasce sociali a rischio, (anziani, persone sole, giovani coppie, madri con figli a carico) C) progetti. D) criteri sostenibilità, al fine di incentivare il patrimonio immobiliare abitativo, migliorarne l’efficienza energetica e l’impatto ambientale, il tutto in un ottica di collaborazione pubblico-privato. Viene citato il cohousing sociale come fattore utile a migliorare la qualità della vita e a rafforzare la valenza sociale delle persone. Stati stanziati 200 milioni di euri da dividere tra le Regioni, per realizzare questi Piani casa. Tra i soggetti propmotori, oltre alle Banche, le Associazioni, le Fondazioni ci sono anche le cooperative.


--L’intervento successivo ha illustrato l’attività della Legacoop e della Federabitazione dell’Emilia Romagna. Illustrato un esempio di una cooperativa d’abitazione, che una volta ottenuti i fondi si è trasformata in coop sociale e che ha dato vita ad una forma di volontariato che ha ottenuto un miglioramento della vita dei soci, ed ha ottenuto risorse e contributi per sostenersi. Alida gli ha chiesto di farci conoscere il nome e l’indirizzo della coop. in questione.


--Maria Teresa Funtò ha parlato degli strumenti della progettazione partecipata, quali i progetti integrati di quartiere, o il piano strategico comunale, come luoghi in cui possono rientrare interventi di sostegno per il cohousing, per esempio l’accesso ad aree con prezzi calmierati. Ha fatto l’esempio del quartiere Bovisa di Milano (quello dove è sorto il cohousing della Cohousing Ventures,) che è frutto di una politica partecipata che ha coinvolto, pubblico, privato, cittadinanza. Ed ha citato enti che stanno studiando il tema, quali il politecnico di Torino, che ha aperto un sito di cohousing.


---OWCH un’associazione di donne anziane londinesi che dopo varie “lotte” sono riuscite ad avere un luogo dove andranno a breve a vivere. INTERESSANTE: la loro metodologia,

  1. hanno dato la priorità non alla ricerca della casa ma alle relazioni tra le persone. Costriure la comunità, poi la casa. In piccoli gruppi si sono organizzate week end, pic nic, incontri. Poi una volta ogni tot. giorni, si incontrano in gruppi di 3 e autovalutano il proprio comportamento sociale, al fine non di gudicarsi ma di rimuovere gli elementi di ostacolo alla vita in comune.
  2. non hanno una struttura gerarchica, ma dei Task groupe, cioè piccoli gruppi finalizzati ai compiti, problemi da affrontare. E risolvono tutto con i meeting , incontri per decidere .. fanno ruotare le cariche come .ad es. chi verbalizza ? .. a turno ..

Infine un gruppo di donne omosessuali ha parlato del loro progetto rivolto a donne lesbiche, dei . problemi che hanno loro ad essere riconusciute socialmente, del loro impegno a manifestare e vivere anche pubblicamente la loro differenza.

Poi io dovevo andare via . Seguiva il dibattito.


Il dibattito (di Alida)


Molto esauriente la tua relazione Roberta, è stato interessante il Convegno anche se mi aspettavo un pubblico diverso, meno tecnico, e più gruppi spontanei.
Il dibattito è durato pochissimo, Giuliana ha chiesto se c'erano altri gruppi come il nostro di Ferrara ma era di fatto l'unica esperienza avviata, anche se non abbiamo ancora definito un immobile.


La mia percezione è stata che

  1. nessun co-housing è ancora partito in Italia
  2. le esperienze europee che abbiamo sentito sono molto diverse l'una dall'altra, come approccio, come gruppo, come finalità, come metodo
  3. abbiamo bisogno che se ne parli, l'ostacolo più grande non è burocratico o legato al reperimento di una casa, l'ostacolo è l' irrazionale paura di cacciarsi in una situazione nuova, invasiva, non gestibile
  4. il co-housing, in presenza di bambini, è una delle poche proposte concrete di conciliazione tra tempi di lavoro dei genitori - tempi di vita
  5. l'interesse istituzionale è alto ( le consigliere di parità mi sono piaciute moltissimo e conto di contattarle).


Sono sempre più convinta che questo sia uno ( non l'unico), ma uno dei più efficaci metodi di miglioramento della qualità della nostra vita.

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